martedì 30 marzo 2010

tokidoki loves...

Non si dovrebbero mai acquistare i prodotti per il packaging, o, almeno, questo è quello che direbbero le persone sensate. Nel mio mondo colorful invece il packaging ha un ruolo chiave nel determinare l'acquisto di un oggetto. Forse nella mia mente scatta il collegamento perverso che associa una confezione dall'estetica vincente ad un prodotto altrettanto curato.
Il packaging delizioso è sicuramente la prima ragione che mi porterebbe ad acquistare i cosmetici della nuova linea lanciata dal marchio Tokidoki, disponibili per ora solo negli USA o sul sito sephora.com. I personaggi del brand italiano sono stati stampati sulle confezioni di ciprie, rossetti, ombretti, ma la scelta creativa non si è limitata a questo. Charms dei personaggi di tokidoki sono stati abbinati alle trousse e, addirittura, gli astucci degli ombretti hanno la forma del logo, il cuore con le tibie incrociate. Assieme ai trucchi, passano anche le storie dei personaggi creati da Simone Legno, e chi non li conosce avrà la possibilità di scoprire i trascorsi di Adios, il teschietto, o della sua fidanzata Ciao Ciao... Sarà il primo passo per sbarazzarci di hello kitty?

follow the rabbit!

La scorsa primavera, in periodo pasquale, hanno spopolato su tutte le teste più modaiole, specialmente nella versione di Louis Vuitton. Parlo ovviamente dei fiocchi, in particolar modo quelli più plasmabili e flessibili, creati apposta per assomigliare ad un paio di orecchie da coniglio. Natalia Vodianova è apparsa in versione bunny persino sulla cover di Vogue Russia.
Quest'anno abbiamo deciso di fare un'ulteriore passo avanti, ecco quindi le orecchie di Benoit Missolin. I fiocchi, nonostante il trend non accenni a svanire, sono lontani anni luce. Missolin propone vere e proprie orecchie da coniglio realizzate in perle di vetro nero, un incontro tra il cerchietto e il coniglietto pasquale. L'unica speranza che rimane è di non avvistare a breve anche i codini a pon pon.

lunedì 29 marzo 2010

Numb with three i-D

L'hanno fatto di nuovo. Lo sapevo, lo sapevo! Il team di i-D ha sbattuto sulla copertina del numero 306 (uscito in Gran Bretagna il 25/03) ben tre modelle. Ma non tre modelle immortalate in un unico scatto, no, tre modelle in tre scatti diversi, vale a dire tre copertine differenti. L'avevano fatto già l'anno scorso, proponendo ben 12 copertine diverse per il numero 297, the british issue, diventato ormai un cult per appassionati e collezionisti.
Quest'anno ci riprovano in maniera più sobria, e per questo numero dedicato alla casa e alla famiglia mettono in copertina tre emblemi della maternità (!): Natalia Vodianova, Freja Beha e Sasha Pivovarova. Una delle tre copertine è ovviamente dedicata allo scomparso Alexander McQueen. Mentre decidete quale copertina acquistare, date un'occhiata alla presentazione. Leggendo i claim finali capirete una delle ragioni per cui adoro i-D: HML - never. LOL - always. Se vi sembra poco... i-D

venerdì 26 marzo 2010

smokey photography


In principio fu Karl Lagerfeld a riempire di fumo la campagna autunno inverno 2009 di Fendi. Circa un anno e mezzo dopo ci troviamo di fronte ad un moltiplicarsi di redazionali fumosi e di lookbook avvolti da morbide nuvole grigio-azzurre.
Se la smoking photography è stata fino ad ora abbinata alla sigaretta, declinata in tutte le sue varianti, ora a prendere fuoco sono le stesse modelle, come arse da combustione spontanea. Il fumo spunta da sotto i vestiti, dalle acconciature, dai fondali, come si vede dal redazionale contenuto nel numero di aprile di Vogue Germania. Negli scatti di Javier Vallhonrat per Vogue D, modelle dai volti demoniaci danzano su vulcani fumanti, ma tema del servizio di per se non ha importanza per giustificare l'atmosfera lattiginosa.

Il fumo regala alla fotografia un'atmosfera onirica in qualsiasi caso, si presta ad essere colorato e permette giochi di luci, ombre e addirittura forme, come si vede nel lookbook di Pleasure Principle, dove il fumo sembra parte del design degli abiti, risultando nello scatto più dinamico ed interattivo delle modelle, quasi fosse lui stesso ad indossare e completare il capo.

Un altro esempio che mostra questo trend, e di come non sia necessario giustificare la presenza del fumo nello scatto, è il redazionale di Alexandra Catiere su Lurve Magazine di Aprile, servizio in bianco e nero che si concentra su background lunari, illuminati -proprio così- da nuvole di fumo.


giovedì 25 marzo 2010

Another reason to be a DJ


Per avere un biglietto da visita come questo non avrei alcun problema a spacciarmi per DJ. Le soluzioni semplici ed immediate sono quelle che funzionano meglio, è a questo che devono aver pensato i designer indiani Deepak Nagar e Nasheet Shadani, mentre creavano il biglietto da visita perfetto per un DJ. Composto da piatto con vinile, ruota a svelare i contatti strettamente necessari, in puro stile hip: nome, numero di cellulare ed email. Il concept è innovativo nella sua immediatezza, tra tante business card forzatamente futuristiche questo lavoro porta un ritorno all'essenziale, con un tocco di stile.

the sweetest trainers ever


Non ho mai avuto un grande amore per le scarpe da ginnastica, credo di possederne solamente un paio, se escludo le all star arancioni. Adoro però i macarons, quei dolcetti francesi colorati che assomigliano per forma ai baci di dama, ma composti da due piccole meringhe a base di farina di mandorle. Ne esistono di tutti i gusti e di tutti i colori, sono delizie prima per gli occhi e poi per il palato.
Per mostrare nuovamente la connessione tra il mondo dei dolciumi e quello delle calzature, Nike ha appena lanciato la collezione Sportswear Air Royalty Macarons, una serie di scarpe da ginnastica ispirate ai coloratissimi dolcetti. Chi passa per Parigi potrà trovarle in vendita da Colette a partire dal primo aprile, nelle versioni al sapore di mandorla, lampone, limone e curaçao.

mercoledì 24 marzo 2010

Eco-coke



Sempre in tema di earth-day, si parla di raccolta differenziata e riciclaggio. Essendo una delle più grandi consumatrici di coca cola zero dell'emisfero boreale non potevo esimermi dal passare questa grande notizia. Sono finite le lotte contro le bottigliette da 33 cl che non si schiacciano nemmeno se si invita a cena l'incredibile hulk, grazie al design di Andrew Kim i contenitori delle nostre bibite diverranno squadrati. Le nuove bottigliette eco-friendly sono studiate per essere appiattite senza sforzo, per occupare meno spazio durante il trasporto e, caratteristica più importante, sono costituite da materiale plastico ecologico, proveniente dalla canna da zucchero. Ah, quasi dimenticavo il dettaglio da paura: le nuove bottiglie di coca cola potranno essere impilate una sull'altra come i cubetti lego! Tirando le somme, ecologica, colorata, pratica e divertente: nella mia mente questa bottiglietta già aspira a divenire elemento architettonico! ;)

Gimme light!


Oggi, per celebrare l'earth day, ho trovato un accessorio in grado di dimostrare la connessione tra la moda e le fonti di energia rinnovabile. Spazio quindi all'energia pulita, grazie alle collane a pannelli solari della designer Mae Yokoyama.
Il progetto si chiama Lux, claim che rimanda sia alla luce che al lusso. Questi massicci accessori sembrano fatti apposta per collegare la tecnologia al fashion ed i benefici del sole alla bellezza.
Le collane della collezione Lux sono formate da un corpo flessibile punteggiato da led a distanza costante. Attaccati alla parte principale della collana una serie di pannelli solari che spuntano luccicanti come pezzi di un'armatura futuristica. I pannelli permettono di ricaricare la batteria dei led, che si accendono autonomamente e brillano come un filo di perle per più di quattro ore consecutive. L'accessorio perfetto per soddisfare la fashion victim con una parte nerd inside.

lunedì 22 marzo 2010

the eye of the mirror



Amore, odio e necessità hanno fatto dello specchio uno dei miei oggetti preferiti, uno strumento a cui mi legano sentimenti contrastanti. Per ovviare alla parte negativa di questo rapporto c'era la necessità inconscia di uno specchio veramente speciale, uno specchio verso il quale, sono certa, riuscirei a provare solo amore, in qualsiasi situazione.
Les Tai Tai propone una collezione di compatti da borsetta assolutamente perfetti per la fashion victim, così trendy da conquistare qualsiasi hipster e talmente funzionali da passare anche l'esame di una truccatrice.
Il compact è composto da due specchi, uno normale e uno con lente, più una doppia fila di led per illuminare anche i club più bui. D'ora in avanti non sarà più un problema controllare il trucco a lato della consolle, anzi, il design esterno è talmente figo da far impallidire qualsiasi tipo di cellulare.
I colori spaziano dal nero al bianco al rosa shocking, ma ci sono anche fantasie rigate, pois vintage, stampe animalier e teschi in foglia d'oro. Io ho naturalmente un debole per le versioni con claim, che trovo veramente geniali: si va dal "pretty please" all'"excuse moi" fino al mio preferito in assoluto, "love2love". Quale modo più adeguato di comunicare i propri pensieri? Del resto, gli occhi sono lo specchio dell'anima, quindi perchè non parlare attraverso l'occhio (dello specchio)?

giovedì 18 marzo 2010

Don't.




No, you won't be fooled è il titolo del redazionale scattato dalla fotografa Alice Rosati per U mag, ed è l'ennesimo esempio delle influenze dello streetwear sul mondo della moda. L'idea di base è di prendere il mondo punk e infilarlo in un contenitore di high fashion.
Le fotografie sono fighe ma il messaggio stenta a passare. Se dovessi usare il claim del servizio direi che questo finto punk non riesce a fregare nessuno, principalmente perchè sconfina troppo nel glam, è più hipster, più nerd che punk e della originaria intenzione di mostrare il contrasto rimane troppo poco. Il redazionale funziona perchè funzionano le immagini, basta saltare la pagina con il titolo.


mercoledì 17 marzo 2010

Vote for i-D


Swatch e Dazed and Confused hanno lanciato una competition online (potete votare qui) per lanciare la nuova linea di orologi anni '80. Sono coloratissimi, luccicanti e gommosi, assomigliano a caramelle ma sono di plastica. Assieme al già nominato Dazed, partecipano alla gara anche Another magazine, POP e Nylon, solo per citarne alcuni. Il mio voto ovviamente è andato ad i-D, che è il mio fashion-forward magazine preferitissimo, scelta obbligata tra le riviste straniere. Voi chi voterete?

sabato 13 marzo 2010

Bubbles everywhere



Da Lady Gaga a Richard Heeks è tutto uno scoppiare di bolle nel mondo della moda... Bolle sui vestiti, come in quello di Hussein Chalayan, bolle ripiene di persone sia nelle fotografie, come mostra Richard Heeks, che nella realtà, grazie all'aiuto del vinile trasparente. E poi ancora, bolle piccole, medie, gigabolle formato deluxe... A tutto tondo, solo bolle!

Coloring the city



L'ultimo trend nel coloring personale è sicuramente la bolla di sapone. Per vari motivi: innanzi tutto è un passatempo relax, inoltre permette di tenere le mani impegnate in un modo meno distruttivo delle sigarette (che sono altresì utili per creare le bellissime bolle ripiene). Le bolle di sapone sono facilmente trasportabili, si infilano in borsa e si possono tirare fuori al momento opportuno. In ultimo sono colorate, coloratissime, un modo poco invasivo e del tutto effimero per dare un senso a questo inverno grigio in città dove è raro vedere persone con accessori accesi.

mercoledì 10 marzo 2010

Haribo lovers



Dedicato a chi non riesce a resistere alle caramelle gommose e porterebbe i platform tacco dodici anche per scalare le montagne (non ridete, l'ho fatto, ho le prove). Potrebbe capitare di essere assaliti da un desiderio irrefrenabile di rotelle di liquirizia, o di coccodrilli gommosi colorati, se ai piedi portassimo le creazioni di Belma Arnautovic, designer di Sarajevo che ha pensato di mettere le caramelle nelle scarpe. Letteralmente. Le sue Lolice shoes hanno tacchi composti da cascate di caramelle colorate, palline di chewingum, bastoncini di leccalecca. Poi, per non correre il rischio di restare senza scorte, Belma ha disegnato un modello con tasca incorporata, da riempire con gommosità a scelta. Mettendo da parte totalmente l'estetica, devo ammettere che sono geniali. Dovesse sopraggiungere una crisi di astinenza, nessuna verrebbe più colta impreparata.

Panels + love...




... from NY, London, Milano and Paris, via style.com. Big smiles everyone, i pannelli, feticcio di chi desidera un look eclettico ma elegante, sono ancora con noi. Sono stati avvistati sulle passerelle di Derek Lam, Marc Jacobs, Versace, Balmain, Margiela, per non parlare del solito Jean Pierre Braganza. Il pannello asimmetrico possiede per me un fascino difficile da eguagliare. Lascia libertà di giocare con la struttura dell'abito e permette di ottenere, con accostamenti che sembrano di una semplicità mostruosa, una forma in grado di trarre in inganno l'occhio. Se dovessi salvare un solo trend negli ultimi anni sicuramente sarebbe l'ascesa del pannello asimmetrico, indipendentemente dal tessuto con il quale viene confezionato. C'è qualcosa in questo modo di strutturare gli abiti che parla un linguaggio a me affine, è come se un abito così composto potesse sempre riuscire a stupire chi lo acquista. Un vestito fatto di pannelli affascina perchè sembra in continuo divenire. Da la sensazione, a volte illusoria, di poterlo modificare con un colpo di forbici sulle cuciture, facendo uscire dalla mutilazione un capo totalmente nuovo.