venerdì 26 marzo 2010

smokey photography


In principio fu Karl Lagerfeld a riempire di fumo la campagna autunno inverno 2009 di Fendi. Circa un anno e mezzo dopo ci troviamo di fronte ad un moltiplicarsi di redazionali fumosi e di lookbook avvolti da morbide nuvole grigio-azzurre.
Se la smoking photography è stata fino ad ora abbinata alla sigaretta, declinata in tutte le sue varianti, ora a prendere fuoco sono le stesse modelle, come arse da combustione spontanea. Il fumo spunta da sotto i vestiti, dalle acconciature, dai fondali, come si vede dal redazionale contenuto nel numero di aprile di Vogue Germania. Negli scatti di Javier Vallhonrat per Vogue D, modelle dai volti demoniaci danzano su vulcani fumanti, ma tema del servizio di per se non ha importanza per giustificare l'atmosfera lattiginosa.

Il fumo regala alla fotografia un'atmosfera onirica in qualsiasi caso, si presta ad essere colorato e permette giochi di luci, ombre e addirittura forme, come si vede nel lookbook di Pleasure Principle, dove il fumo sembra parte del design degli abiti, risultando nello scatto più dinamico ed interattivo delle modelle, quasi fosse lui stesso ad indossare e completare il capo.

Un altro esempio che mostra questo trend, e di come non sia necessario giustificare la presenza del fumo nello scatto, è il redazionale di Alexandra Catiere su Lurve Magazine di Aprile, servizio in bianco e nero che si concentra su background lunari, illuminati -proprio così- da nuvole di fumo.


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